“E’ venerdì mattina. Mi alzo nel mio appartamento, faccio colazione con mia moglie, poi vado al lavoro. Pranzo con i colleghi, torno in ufficio, mi messaggio con gli amici per organizzare un’uscita al pub. Prima di tornare a casa devo ricordarmi di passare a fare la spesa, poi in palestra per lo yoga. A cena racconto la mia giornata a mia moglie mentre consumiamo la cena, con in mano il cellulare per controllare il gruppo whatsapp del calcetto, dobbiamo organizzarci per il torneo. Arrivato al pub chiacchiero del più e del meno mentre intanto penso al mio week end: sabato mattina pulizie generali in casa o forse Ikea, il pomeriggio vado in casa di riposo a fare volontariato dai miei vecchietti, la sera teatro e la domenica? La domenica dai miei!“
Nella vita innaturale che la nostra società propone, le dimensioni della vita sono spesso divise in compartimenti stagni, caratterizzati da relazioni separate: i colleghi di lavoro, gli amici di infanzia, il gruppo del calcetto, quelli della palestra, il coro della chiesa, i vicini di casa, i volontari dell’associazione…
Una divisione esteriore che si riflette in una divisione interiore. Dentro di me vivo compartimenti stagni, salto da uno all’altro, cambiando tono sociale, punto di vista, valori…senza neanche accorgermene.
Questa forte sensazione di divisione è stata uno dei campanelli di allarme che un giorno mi ha fatto attraversare la selva dei miei dubbi e imboccare la strada tortuosa dell’alternativa: “basta, vado a vivere in ecovillaggio!”.
Vivere in ecovillaggio vuole dire condivisione integrale e olistica della vita. E’ un’esperienza che abbraccia tutte le dimensioni del vivere: relazioni familiari, lavoro retribuito, amicizie, volontariato e impegno sociale, faccende domestiche e acquisti, svago, apprendimento, condivisione dei pasti, crescita personale e spirituale. E’ un’esperienza in cui queste dimensioni sono armonizzate, senza soluzione di continuità, nel flusso della vita.
E’ come praticare dei fori in quei compartimenti stagni e creare dei vasi comunicanti, in cui torni a scorrere l’energia.
E’ allora che posso divertirmi mentre lavo i piatti insieme ai miei amici, avere cura dei figli degli altri come fossero miei, percepire un lavoro come fosse una preghiera, amare i miei vicini di casa come fratelli, vivere la vita come una scuola.
Buona vita
Federico